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A Roma: VAN GOGH Capolavori dal Kröller-Müller Museum

Servizio e foto di Roberta Gulotta

Si è tenuta il 7 ottobre a Roma la conferenza stampa di presentazione di una delle mostre d'arte fra le più importanti del post pandemia: alla vigilia dei 170 anni dalla sua nascita, una mostra dedicata al genio di uno degli artisti più apprezzati al mondo, ovvero Vincent Van Gogh.

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La rassegna apre i battenti dall’8 ottobre 2022 presso Palazzo Bonaparte a Roma e resterà aperta fino al 26 marzo 2023. Già considerata la più grande e la più attesa mostra dell’anno, l'organizzazione ha sottolineato che ci sono voluti 5 lunghi anni per riuscire a portare in Italia 50 delle più importanti opere, e fra le più celebri in esposizione ci sarà anche il suo famosissimo Autoritratto (1887) in un percorso che racconterà la storia dell’artista più conosciuto al mondo.

Nato in Olanda il 30 marzo 1853, Vincent van Gogh fu un artista dalla sensibilità estrema e dalla vita tormentata. Celeberrimi sono i suoi attacchi di follia, i lunghi ricoveri nell’ospedale psichiatrico di Saint Paul in Provenza, l’episodio dell’orecchio mozzato, così come l’epilogo della sua vita, che termina il 29 luglio 1890, a soli trentasette anni, con un suicidio: un colpo di pistola al petto nei campi di Auvers.

Van Gogh dipinge una serie sconvolgente di Capolavori, dai vividi colori e dalle forme mai viste prime ad allora. Un tormento dell'anima e dello spirito che lo accompagneranno per tutta la sua vita. 

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Fondamentale il rapporto con il fratello minore Theo dai trascorsi di antiquario e confidente assoluto di Vincent. Famose le lettere e gli scritti, una raccolta epistolare passata alla storia dove si evince il genio solitario e malinconico di Vincent il quale inventerà uno stile unico che lo renderà (a dispetto dei suoi scettici contemporanei) il pittore più celebre della storia dell’arte.

La mostra di Roma è un percorso attraverso ben 50 opere provenienti dal prestigioso Museo Kröller-Müller di Otterlo, che custodisce uno dei più grandi patrimoni delle opere di Van Gogh e di tante testimonianze biografiche, ricostruendone la vicenda umana e artistica, celebrandone così la grandezza universale.

Un percorso espositivo dal filo conduttore cronologico, che fa riferimento ai periodi e ai luoghi dove il pittore visse: da quello olandese al soggiorno parigino, a quello ad Arles, fino a St. Rémy e Auvers-Sur-Oise, dove mise fine alla sua tormentata vita.

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A presiedere la presentazione della mostra ed accogliere i numerosissimi ospiti, Iole Siena Presidentessa di ARTHEMISIA la quale ha raccontato tutti i passaggi salienti e l'iter per la realizzazione della rassegna, accompagnata dalla curatrice la Prof.ssa Maria Teresa Benedetti  (critica d'arte, storica dell'arte e  docente nonchè curatrice della mostra) la quale ha piacevolmente raccontato aneddoti e storie sull'artista che hanno incantato il pubblico presente, Francesca Villanti (curatrice della mostra), Riccardo Acquaviva (Direttore della Comunicazione Generali Italia), Giovanni Papaleo  (Chief Operating Officer Acea), presente anche il rappresentante del Kroller-Muller Museum, un team coeso ed emozionato.

Un bell'allestimento per un percorso suggestivo ed elegante quale la stessa struttura del palazzo offre. La percezione del sentimento attraverso la materia, dagli esordi alle evoluzioni pittoriche e materiche.

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Paesaggi e figure che passeranno anche attraverso lo studio dell'arte orientale, dove l'eleganza di forme si mostra soavemente in una sintesi tra oriente e occidente.

Avremo così figure quotidiane e apparentemente ordinarie che viste attraverso gli occhi dell'artista diventano incredibilmente straordinarie.

Fiori quasi animati e dai vividi colori e distese di campi che acquisiscono giochi di luce e movimenti tutt'altro che banali.

Uno studio sacrale del lavoro e della terra attraverso la quotidianità come il seminatore, i raccoglitori di patate, i tessitori, i boscaioli, le donne intente a mansioni domestiche o affaticate a trasportare sacchi di carbone o a scavare il terreno, l'espressività dei volti di persone comuni per cui la fatica intesa come ineluttabile destino.

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Nel parterre della stampa, da sinistra: la nostra inviata speciale, l'Artista Roberta Gulotta, e la giornalista Ester Ippolito, Direttore della testata www.Ballareviaggiando.it

Tante le conoscenze e le persone che hanno esercitato un certo ascendente su Vincent. A Parigi ebbe nuove amicizie con Émile Bernard, John Peter Russell, Camille Pissarro, Louis Anquetin, Henri de Toulouse-Lautrec, Paul Signac, scoprì i lavori di Monet, Renoir, Degas,ma una persona segnò particolarmente il suo percorso inquieto e fu l'artista Paul Gauguin e la loro tormentata amicizia e rivalità. L'amore per l'arte li accomunava, sebbene avessero stili diversi, caratteri e storie personali. Una amicizia che per certi versi risultò creativa e stimolante, ma per altri distruttiva e devastante.

Particolare enfasi è data al periodo del soggiorno parigino in cui Van Gogh si dedica a un’accurata ricerca del colore sulla scia impressionista e a una nuova libertà nella scelta dei soggetti, con la conquista di un linguaggio più immediato e cromaticamente vibrante.

Si rafforza anche il suo interesse per la fisionomia umana, determinante anche nella realizzazione di una numerosa serie di autoritratti, che denotano la volontà di lasciare una traccia di sé e la convinzione di aver acquisito nell’esperienza tecnica una fecondità ben maggiore rispetto al passato.

È di questo periodo l’Autoritratto a fondo azzurro con tocchi verdi del 1887, presente in mostra, dove l’immagine dell’artista si staglia di tre quarti, lo sguardo penetrante rivolto allo spettatore mostra un’insolita fierezza, non sempre evidente nelle complesse corde dell’arte di Van Gogh. I rapidi colpi di pennello, i tratti di colore steso l’uno accanto all’altro dànno notizia della capacità di penetrare attraverso l’immagine un’idea di sé tumultuosa, di una sconvolgente complessità.

L’immersione nella luce e nel calore del sud, a partire dal 1887, genera aperture ancora maggiori verso eccessi cromatici e il cromatismo e la forza del tratto si riflettono nella resa della natura. Ecco quindi che torna l’immagine de "Il Seminatore" realizzato ad Arles nel giugno 1888, con la quale Van Gogh avverte che si può giungere a una tale sfera espressiva solo attraverso un uso metafisico del colore.

E così Il giardino dell’ospedale a Saint-Rémy (1889) assume l’aspetto di un intricato tumulto, mentre lo scoscendimento di un Burrone (1889) sembra inghiottire ogni speranza, e la rappresentazione di un Vecchio disperato (1890) diviene immagine di una disperazione fatale.

Un nota di merito per la splendida sala interattiva assolutamente da non perdere, con giochi di luce e colori immersivi.

Con il patrocinio del Ministero della cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura e dell’Ambasciata del Regno dei Paesi Bassi, la mostra è prodotta da Arthemisia, realizzata in collaborazione con il Kröller-Müller Museum di Otterlo ed è curata da Maria Teresa Benedetti e Francesca Villanti.

La mostra vede come main sponsor Acea, sponsor Generali Valore Cultura, special partner Ricola, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, media partner Urban Vision ed è consigliata da Sky Arte.

Il catalogo è edito da Skira con saggi a cura di Maria Teresa Benedetti, Marco Di Capua, Mariella Guzzoni e Francesca Villanti.

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Sede: Palazzo Bonaparte, Piazza Venezia, 5 (angolo Via del Corso)_00186 - Roma
Date al pubblico: 8 ottobre 2022 - 26 marzo 2023
Biglietti: Intero € 18,00 (audioguida inclusa)_Ridotto  € 16,00(audioguida inclusa)
Informazioni e prenotazioni: Tel. + 39 06 87 15 111
Sito: www.mostrepalazzobonaparte.it - www.arthemisia.it
Social e Hashtag ufficiale: @arthemisiaarte - @mostrepalazzobonaparte - #VanGoghRoma