AMEDEO NAZZARI e ALESSANDRO FERRAU’, STORIA di un’AUTENTICA SINCERA AMICIZIA
1962 - Alessandro Ferraù e Amedeo Nazzari nella villa di Anzio
Nella ricorrenza dei 40 anni dalla morte di Amedeo Nazzari, avvenuta nel 1979, vorrei ricordare quanto lunga e profonda sia stata la sua amicìzia con mio padre Alessandro Ferraù, un’amicizia che cessò soltanto quando il grande attore chiuse gli occhi per sempre.
1966: Amedeo Nazzari e Alessandro Ferraù al Brigadoon di Roma in occasione del Premio Medaglie d'Oro Una Vita per il Cinema
Gli scriveva Nazzari nel 1941: “… ti ho molto cercato ma il caso o la sfortuna non ha voluto che c’incontrassimo. Pazienza! Ma è vero che parti per il fronte? Se è così ti abbraccio con tutto il cuore e ti faccio i miei più fraterni auguri”; e nel 1942 (mentre Alessandro Ferraù era ancora al fronte in Russia): “Carissimo Ferraù…le notizie che così spesso mi invii mi sono particolarmente care e gradite e il ricordo che conservo di te è molto affettuoso e amichevole anche se… rispondo alle tue con un certo ritardo. Parlo spessissimo di te con Oscar (Oscar Andriani, n.d.r.) e con gli altri amici, e tutti ci auguriamo di vederti presto. Inutile dirti che quel giorno mobiliterò tutti i pasticcieri di Roma e provincia! Teresa e mamma ti salutano molto cordialmente ed io ti abbraccio. Tuo Nazzari”.
1939: "Ad Alessandro Ferraù con sincera amicizia. Amedeo Nazzari"
Nel suo libro “Totò, siamo uomini o caporali?”, scritto insieme all’immenso Antonio de Curtis, Ferraù ricordava - a proposito della fame che avevano patito tanti attori del passato, incluso Totò - che Amedeo Nazzari gli aveva raccontato del suo “colpo di mosca” attuato quando era un attore di prosa senza un soldo e spesso affamato: insieme al suo collega Oscar Andriani si recava al ristorante, cenava, poi, consumato il secondo piatto, afferrava al volo una mosca (in quel periodo, e specie d’estate, erano davvero tante) e la scaraventava nel piatto esprimendo, con la sua possente voce baritonale, tutto il disgusto e l’indignazione al cameriere il quale, per farlo tacere e per non richiamare l’attenzione degli altri avventori, offriva la cena gratuitamente…
1940 - Mentre Amedeo Nazzari gira con Neda Naldi "Caravaggio" di Goffredo Alessandrini, va a fargli visita sul set Primo Carnera, il "gigante buono", campione di pugilato poi trasferitosi negi Stati Uniti, protagonista del ring e interprete di numerosi film tra cui "La corona di ferro", "La figlia del Corsaro Verde", "Il tallone d'Achille" ed altri "mitologici". All'estrema destra il giovanissimo Alessandro Ferraù, addetto stampa dei due personaggi.
Io ho conosciuto Amedeo Nazzari negli anni della mia adolescenza: con i miei genitori eravamo spesso ospiti nella bella villa di Anzio con una splendida vista mare. Ricordo la sorella di Amedeo, l’amico inseparabile Oscar Andriani, il suo amico e controfigura Toni Di Carlo, lo stupendo ferocissimo pastore tedesco Felt, futuro genitore di quello che sarebbe stato il nostro adorato Kean, cucciolo regalato appunto da Nazzari a mio padre.
In sala da pranzo mi colpì la tovaglia con 120 titoli di film interpretati da Nazzari, ricamati a mano da sua sorella Teresa.
1950 - Si gira "Il Brigante Musolino" di Mario Camerini. Vediamo Amedeo Nazzari e Ferraù ionsieme a Dino De Laurentiis e Renato Gualino, titolare della Lux Film.
E lui? Era cordiale e gentile, generoso, un cagliaritano che ha dato lustro alla città in cui era nato nel 1907. Lo hanno definito il volto più popolare e più autentico del cinema italiano. Un divo, capace di interpretare qualsiasi ruolo con grande nobiltà e responsabilità.
Proprio nella sua villa di Anzio conobbi un amico dell’attore, il frate domenicano Padre Gabriele Sinaldi O.P., che avrebbe officiato, nel 1961, il mio primo matrimonio. Padre Gabriele mi raccontò della incontenibile felicità di Amedeo Nazzari quando nacque la sua piccola Evelina…
Amedeo Nazzari non dev’essere dimenticato, mai. Ha dato tanto al cinema, era un uomo a 360 gradi, colto, intelligente, serio, un padre amoroso, un marito devoto. Un vero attore. Ha lavorato fra l’altro in film diretti da Mario Monicelli, Luigi Zampa, Giuseppe De Santis e nel 1957 venne scelto da Federico Fellini a interpretare ironicamente se stesso ne Le notti di Cabiria.
Si potrebbe istituire un Premio Cinematografico Amedeo Nazzari, per portare avanti il suo nome e il suo ricordo con il rispetto che merita. Perché non ci ha ancora pensato nessuno?
Elettra Ferraù
(Copyright foto: Centro Studi di Cultura, Promozione e Diffusione del Cinema)