ARTE E SPIRITUALITÀ: PAOLO VI, IL PAPA DEL NUOVO UMANESIMO
Si sono concluse le riprese, iniziate il 31 luglio 2018 a Brescia, del docufilm “Arte e Spiritualità – Paolo VI. Il Papa del nuovo Umanesimo” dedicato a Paolo VI, il Papa degli anni di piombo e della ricerca di una nuova civiltà basata sull’amore e sulla pace. Il documentario, per la regia di Italo Moscati, è prodotto da Life in Art di Alessandra Riccardi Infascelli e Paolo del Bue, sponsor tecnico Digital Video.
Ripercorriamo brevemente la biografia del Papa Paolo VI, nato Giovanni Battista Montini (Concesio in provincia di Brescia, 26 settembre 1897 – Castel Gandolfo in provincia di Roma, 6 Agosto 1978: è stato il 262º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica, primate d'Italia e 4º sovrano dello Stato della Città del Vaticano a partire dal 21 giugno 1963 fino alla sua morte. Venerabile dal 20 dicembre 2012, dopo che papa Benedetto XVI ne aveva riconosciuto le virtù spirituali ed eroiche, è stato beatificato il 19 ottobre 2014 da papa Francesco. Nell’anno in cui Paolo VI sarà Santo, infatti verrà canonizzato il prossimo 14 ottobre 2018, la sua città natale è diventata il set per raccontare la sua vita e la sua storia, che promette di restituire tutta la forza innovatrice di un Papa che ha saputo dialogare con la modernità, farsi carico delle urgenze spirituali del nostro tempo per aprire a una nuova epoca di pace, ecumenismo e riformismo. Ricordiamo le date fondamentali della sua vita: è stato ordinato sacerdote il 29 maggio del 1920 e ha celebrato la sua prima Messa nel Santuario di Santa Maria delle Grazie a Brescia. A Roma ha compiuto i suoi studi e dal 1923 ha iniziato la sua carriera diplomatica presso la Segreteria di Stato del Vaticano. Nel 1954 è diventato arcivescovo di Milano. Eletto pontefice dopo la morte di Giovanni XXIII, ha proseguito il rinnovamento della Chiesa, avviato dal suo predecessore, mediante il Concilio.
Infatti Giovanni Battista Montini, eletto papa il 21 giugno 1963 col nome di Paolo VI, ha portato a compimento il Concilio Vaticano
II (1962-65) e ha guidato la graduale riforma della Chiesa negli anni successivi promuovendo la celebrazione della Messa non più in latino, ma nelle diverse lingue nazionali. Giovedì 7 maggio 1964, durante la Messa degli artisti nella Cappella Sistina, in occasione dell’Ascensione di Nostro Signore, l’Omelia di Paolo VI ha meravigliato tutti, perché il Papa non ha esitato a chiedere perdono agli artisti dicendo: “Vi abbiamo talvolta messo una cappa di piombo addosso, possiamo dirlo; perdonateci! Rifacciamo la pace? Quest’oggi? Qui? Vogliamo ritornare amici?”, ricucendo con successo lo strappo che si era consumato negli ultimi secoli tra Chiesa e mondo dell’arte. La Collezione d’Arte Religiosa della Città del Vaticano, istituita dal Pontefice nel 1973, e la più recente Collezione d’arte moderna e contemporanea “Arte e Spiritualità” di Brescia è frutto di questa riappacificazione ed è formata da un corpo di oltre settemila opere d’arte che annovera capolavori di autori come Marc Chagall, Henri Matisse, Pablo Picasso, René Magritte, Salvador Dalì, Oskar Kokoschka, Gino Severini, Giorgio Morandi, Emilio Vedova, Felice Casorati.
Pur ribadendo i princìpi della tradizione cristiana e il ruolo universale della Chiesa di Roma, Paolo VI ha saputo dialogare con l’umanità a lui contemporanea. Non a caso ha assunto il nome di Paolo, come l’apostolo delle genti, e come lui ha compiuto numerosi viaggi nei diversi continenti per incontrare le comunità cristiane. Il 1° gennaio 1968 ha istituito “La Giornata della Pace” in tutto il mondo con l’augurio “che sia la Pace con il suo giusto e benefico equilibrio a dominare lo svolgimento della storia avvenire”. Il 24 dicembre 1974 ha aperto la Porta Santa nella Basilica di San Pietro per inaugurare l’Anno Santo del 1975. Il 16 aprile del 1978 ha scritto alle Brigate Rosse implorando in ginocchio la liberazione di Aldo Moro e il 13 maggio nella Basilica di San Giovanni in Laterano ha assistito alla Messa in suffragio dello statista assassinato pronunciando una solenne preghiera. Dopo solo tre mesi dalla morte di Aldo Moro, suo fedele amico di studi e di fede, il 6 agosto del 1978 anche Paolo VI è salito alla casa del Padre. La sua filosofia esistenziale si può riassumere in questo suo pensiero così lungimirante: “Punto di partenza: carità e verità non sono nemiche; come non lo sono scienza e fede, pensiero umano e pensiero divino; estrema elaborazione critica ed estrema semplicità mistica.“ Questo docufilm non è che l’inizio dell’innovativa azione di mecenatismo intrapresa dalla Life in Art di Alessandra Riccardi Infascelli con l’obiettivo di proseguire e valorizzare l’eredità spirituale e culturale di Paolo VI con residenze d’artista, borse di studio, progetti di ricerca ecc.
Anna Iozzino