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"DA UNO A DIECI" DI PAULA BOSCHI

 

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Affidiamo all'Associazione "Da Zero a Dieci" il racconto delle ragioni di un progetto: "L’idea di realizzare un corto cinematografico nasce dall’esperienza e dalla consapevolezza di Cristiana, una ragazza che ha combattuto strenuamente contro il tumore neuroendocrino, senza mai smettere di vivere la vita

Il corto è incentrato sulla storia di Gemma, una ragazza affetta dal tumore neuroendocrino che, nonostante i limiti della malattia e i cambiamenti che ne plasmano il corpo, non rinuncia alla vita a e all’amore, lanciandosi in un appuntamento al buio, supportata nelle sue decisioni e in ogni suo passo dagli amici.

"La paura può isolare, frenare dal condividere i sentimenti, distorcere la quotidianità fatta di gesti dati per scontati. Ma Gemma riesce ad accettare la sua verità e a viversi tutti i 10 secondi che precedono la felicità…"15conreggianiBevilacqua

DA UNO A DIECI è un cortometraggio realizzato dalla CAMERAWORKS, scritto e diretto da Paula Boschi, con la firma inconfondibile dell'autore della fotografia Gianni Mammolotti, con il montaggio di Marco Spoletini, con l'interpretazione efficace e convincente di un gruppo di bravissimi artisti come Giulia Bevilacqua, Primo Reggiani, Matteo Branciamore, Daniela Virgilio, Elda Alvigini, Euridice AxenLuca Scapparone, Giampiero Mancini. Il film cattura subito l'attenzione e i sentimenti di chi lo vede per la prima volta: sembra una commedia che verte su una scommessa, poi lentamente si comprende che l'argomento è tutt'altro, che si parla di una terribile malattia e che la protagonista deve e vuole superare delle barriere, e non sa se ci riuscirà.

Come in tutti i film che trattano questo tema, c'è anche un finale che non riveleremo, un finale (forse) di speranza, come è gusto che sia…

DA UNO A DIECI - CAST & CREDITS

16alcomputerconAxenUna produzione CAMERAWORKS, scritto e diretto da Paula Boschi,  Direttore della Fotografia: Gianni Mammolotti, Organizzazione Massimiliano Filippini, Montaggio Marco Spoletini, Responsabile Onlus "Da Zero a Dieci" Mia Sakakini, Musiche Diego Buongiorno, Suono Giuseppe Manfrè, Costumi Agata Cannizzaro,  Operatore di macchina Fabio Sargenti,  Trucco Rosalba Cimino, Hair Stylist Alessandro Messina, Aiuto Regia Alessandro Sanacore, Color Fabrizio Mambro, Produttore Effetti Visivi Vito Picchinenna, Supervisore Effetti Visivi Simone Silvestri,  Cast: Giulia Bevilacqua, Primo Reggiani, Daniela Virgilio, Matteo Branciamore, Elda Alvigini, Euridice Axen, Luca Scapparone, Giampiero Mancini, Assistente Operatore Andrea Licitra, DIT Andrea Curri,  Segretaria di Edizione Alessia RiveruzziElettricista Mario Cecconi,   Macchinista Luca Losurdo, Attrezzista Gianni Decuzzi, Microfonista Francesco Cavalieri, Mix Audio Ivano Staffieri, Vfx Compositor per Palantir Digital: Diego Arciero Martina Moscatelli Gioele Stella, Laboratorio di Post Produzione: Centro Produzione Audiovisivi (CPA) - Università Roma Tre, Mezzi Tecnici : Cameraworks Srl. La Cameraworks nasce come società di noleggio e da circa un anno e mezzo si muove anche nel campo della produzione. Disponendo di proprie attrezzature professionali, è in grado di realizzare prodotti di alta qualità a costi contenuti; l'azienda sii avvale di collaboratori altamente specializzati. 

NOTE A MARGINE: PERCHE' LA ZEBRA

Si legge nel sito http://www.dazeroadieci.orgAttraverso questo "medical slang" negli ospedali americani si insegna che, di fronte alla manifestazione di un sintomo, la diagnosi più intuitiva è spesso quella più giusta; è necessario dunque, in un primo momento, abbandonare strade o ragionamenti articolati e contorti.

Ciò, purtroppo, non sempre si è dimostrato vero, per questo la zebra, considerato l'animale più bizzarro che abbia gli zoccoli, è diventato il simbolo di una neoplasia rara e silente: il tumore neuroendocrino.

La diagnosi dei carcinomi di questa famiglia è molto lunga e complessa; i primi sintomi si manifestano quando la malattia è divenuta ormai troppo invasiva ed il paziente, che fino al giorno prima si considerava in perfetta salute, si trova a dover ricostruire sé stesso e rivalutare i programmi di un futuro ormai incerto.

Non è stato ancora individuato, infatti, un protocollo terapeutico ufficiale ed efficace per combattere questa patologia; la vita del malato si trasforma in un susseguirsi di tentativi, attese e speranze riposte in cure sperimentali con esiti ancora troppo di frequente deludenti.

Ma la zebra può diventare per l’Associazione anche il simbolo della straordinarietà e dell’unicità delle persone che combattono questa malattia, oltre che della battaglia da portare avanti contro questa patologia.

(Quando senti rumore di zoccoli, pensa ai cavalli non alle zebre…)

(Foto by courtesy Giovanni Mammolotti)