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Don't Worry Don't Worry Don't Worry 


Be Happy Be Happy Be Happy

Mostra personale di Maurizio Cannavacciuolo - A cura di Marco Tonelli - In anteprima assoluta per Visionarea Art Space - Auditorium Conciliazione

Dal 18 aprile al data 18 maggio 2023 - Opening: 17 aprile, ore 18:30 - ingresso gratuito

VISIONAREA Art Space - Auditorium della Conciliazione Indirizzo: Piazza Pia 1, Roma

Credenze, religioni, miti e icone del consumo, tra gang, tatuaggi, Ganesh e Jimi Hendrix: la pittura di uno dei più originali, ironici e complessi artisti italiani postmoderni in due inediti cicli a Visionarea

24Metempsychosis Circle Song One 2022 dettaglio 1

La pittura di uno dei più originali, ironici e complessi artisti italiani postmoderni, arriva a Visionarea ArtSpace di Roma in due inediti cicli di opere che sembrano voler raffigurare la convivenza di culture, credenze, religioni, miti, icone del consumo, del nostro tempo e della storia dell’Uomo attraverso i secoli e nelle pieghe della modernità. Si tratta di Don't Worry Don't Worry Don't Worry Be Happy Be Happy Be Happy, mostra personale di Maurizio Cannavacciuolo - dal 18 aprile al 18 maggio, a cura di Marco Tonelli - che, per l’occasione, presenta un ciclo di 11 dipinti rigorosamente in bianco e nero, realizzati tra 2021 e 2022, sui temi eclettici, esotici, polisegnici, ricchi di riferimenti a culture e popoli della storia contemporanea e antica, orientali e occidentali, a lingue e iconografie sacre e profane allo stesso tempo. 

16Metempsychosis Circle Song Four 2022 dettaglio 1La Mostra, è organizzata con il supporto della Fondazione Cultura e Arte, ente strumentale della Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, presieduta dal Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele.

Il personale melting pot globale del pittore diventa in queste opere un contenitore di simboli, storie, pattern geometrici arabeggianti e optical che invitano ad essere letti, interpretati, scoperti, come se l’osservatore dovesse mentalmente unire le figure nei loro intrecci nascosti e nelle loro molteplici relazioni, in un caleidoscopio ermeneutico senza fine. Maurizio Cannavacciuolo, infatti, è da sempre concentrato nella sua pittura in una ricerca che indaga simboli e immagini del presente, icone pop e citazioni colte annegate in un intreccio di decori e sovrapposizioni di immagini, fino ad annullare ogni intento narrativo in un approccio essenzialmente ironico. 

La serie di 6 grandi dipinti dal titolo Metempsychosis, Circle Song 1-6, unisce quindi, nel classico stile di Cannavacciuolo, l’alto e il basso, il triviale e il colto, la storia e il camp, la pubblicità e il sacro, intrecciando immagini che vanno dai tatuaggi della gang salvadoregna Mara Salvatrucha a divinità indù come Ganesh e Khali, da raffigurazioni di pipistrelli e disegni tecnici di automobili  ai chitarristi Jimi Hendrix, Robert Fripp o Andrés Segovia, da simboli della cultura Yoruba, del Candomblè e della Santeria a pozioni magiche o terapeutiche come la polvere di Iboga, da demoni benigni come il Saci-Pererê a Ermete Trismegisto. Senza contare una varietà sconfinata di motivi decorativi tratti da culture varie, dai tessuti giapponesi e sovietici ai reticoli a ghirlanda ornamentali islamici fino a pentagrammi musicali.  

In un ciclo di 5 opere più piccole in mostra, realizzate tutte nel 2022 e caratterizzate dal marchio VS (nel senso di Versus o scontro), Cannavacciuolo riprende a sua volta una serie storie e dialoghi di dipinti realizzati alla fine degli anni Novanta a Cuba, ai quali dà ora titoli che sembrano incomprensibili giochi di parole o scioglilingua in vari idiomi, dallo spagnolo Hombre de negocio VS Chulito Lindo allo svedese Kakelmannen VS De tre aständiga männen all’inglese Gimme Five VS The Partially Invisible Breeze. 

Commenta il Prof. Avv. Emmanuele F. M. Emanuele, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale: «La ricerca iconografica di Maurizio Cannavacciuolo è intrisa di quel certo humor tipico del teatro dell’assurdo ed è caratterizzata da una figurazione che indugia tra il fumetto, la citazione delle pubblicità di un tempo e un vasto substrato di simbologie sacre e profane. Si tratta di una visione ironica dell’arte che tuttavia, supportata da uno stile pittorico intriso della tradizione mediterranea ma con influenze medio-orientali, arriva alle radici della nostra cultura (e dell’incontro con altre culture) inducendoci alla riflessione. Cannavacciuolo stesso definisce i propri lavori come "machine à penser", in quanto il suo scopo dichiarato è indurre lo spettatore a rallentare la percezione e a godere della narrazione, esaminando ogni singolo dettaglio dell’opera senza il condizionamento di concetti predeterminati. Il tutto, sorretto da un accurato stile pittorico e dall’utilizzo di una tecnica classica qual è l’olio su tela.».

(Fonte foto: Ufficio Stampa)