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Goya e Caravaggio: verità e ribellione, presentazione a Roma

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Nella foto la curatrice responsabile della Pinacoteca dei Musei Capitolini, Federica Maria Papi e Claudio Parisi Presicce Sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali di Roma.

Presentato a Roma, presso i Musei Capitolini - Palazzo dei Conservatori - Pinacoteca - Sala Santa Petronilla, il Progetto Espositivo “Goya e Caravaggio: verità e ribellione”

Frutto di uno scambio di opere d’arte con il Museo Nazionale del Prado di Madrid, il progetto espositivo “Goya e Caravaggio: verità e ribellione” pone per la prima volta, uno a fianco all’altro, nella Pinacoteca Capitolina,  il Parasole di Goya e la Buona Ventura di Caravaggio, capolavori giovanili dei due artisti “rivoluzionari”, mettendone in risalto, al di là delle distanze temporali e stilistiche, le numerose analogie.
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Torna a Roma, ai Musei Capitolini, dopo ventitré anni dalla sua unica apparizione nella capitale (Galleria Nazionale d’Arte Antica, 18 marzo – 18 giugno 2000) il Parasole di Francisco Goya, capolavoro giovanile del maestro spagnolo (1777), che è esposto fino al 25 febbraio 2024 nella Pinacoteca Capitolina.

L’arrivo della tela è frutto della politica culturale di scambi di opere d’arte avviata già da tempo dalla Sovrintendenza Capitolina con importanti istituzioni museali italiane e internazionali. Il museo prestatore è il Museo Nazionale del Prado che ha concesso il dipinto di Goya come controprestito de “L’Anima Beata” di Guido Reni, in occasione della mostra “Guido Reni” (Museo Nazionale del Prado, 28 marzo – 9 luglio 2023).

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L'Artista Roberta Gulotta, nostra inviata alla presentazione

Il “Parasole” di Goya (cm 104x152) è ospitato nella Sala Santa Petronilla della Pinacoteca Capitolina e posizionato a fianco alla “Buona Ventura” di Caravaggio (1597), con l’intento di arricchire il percorso di visita e offrire al pubblico nuovi spunti di riflessione sui grandi temi della storia dell’arte.  

Il progetto espositivo, dal titolo “Goya e Caravaggio: verità e ribellione”, intende mettere in risalto come i due grandi artisti si fecero magistrali interpreti della società del loro tempo e come l’abbiano descritta, introducendo nel loro linguaggio figurativo rivoluzionarie novità iconografiche e stilistiche.

Tante le analogie: entrambe le tele appartengono alla loro attività giovanile, in entrambe i protagonisti sono una donna e un uomo, entrambe descrivono con “verità” una scena di vita quotidiana della società contemporanea e, infine, entrambe rivelano quei sintomi di “ribellione” nei confronti dei condizionamenti iconografici e stilistici imposti dalle consuetudini e regole accademiche del loro tempo.

Un confronto ardito tra due opere tanto lontane nello stile e nel tempo – sono distanti circa 180 anni – ma che annunciano ciascuna il passaggio verso una nuova epoca: se Caravaggio può essere considerato il primo pittore moderno, Goya fu invece il primo dei “romantici” e colui che aprì la strada verso l’arte contemporanea.

(Foto di Roberta Gulotta)