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i capolavori di Alphonse Mucha in una Mostra a Roma

La mostra più attesa dell’anno, il fascino dell’Art Nouveau, i capolavori di Alphonse Mucha e un’ospite di eccezione: la “Venere” di Botticelli.

È la mostra “Alphonse Mucha. Un trionfo di bellezza e seduzione”, dall’8 ottobre 2025 a Palazzo Bonaparte.

Oltre 150 opere per una esposizione unica, un omaggio al fascino femminile e alla meraviglia delle immagini, capaci di oltrepassare epoche e confini e di creare ponti di dialogo universali.

Presentata in anteprima internazionale nel luogo d’elezione delle più grandi mostre d’arte in Italia, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino, in partnership con Generali Valore Cultura, ed è curata da Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con la direzione scientifica di Francesca Villanti.

Main partner della mostra la Fondazione Terzo Pilastro - Internazionale, con Poema.

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Da sinistra Iole Siena Iole Siena, Presidente di Arthemisia e Alessandra Taccone Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale(credit: Marco Nardo)

Dall’8 ottobre 2025, Palazzo Bonaparte – sede ormai imprescindibile per le grandi mostre d’arte in Italia – si trasforma nel tempio dell’Art Nouveau presentando la più ampia retrospettiva mai dedicata ad Alphonse Mucha (Ivančice, 24 luglio 1860 – Praga, 14 luglio 1939), artista ceco, padre e maestro indiscusso di quello stile raffinato e sensuale che ha rivoluzionato l’immaginario visivo di ogni tempo.

La mostra, con una selezione di oltre 150 opere, è un viaggio nell’intera opera di Mucha attraverso l’esposizione di tutti i suoi capolavori (tra cui Gismonda, 1894; Médée, 1898; JOB, 1896; la serie The Stars del 1902 o quella sulle Pietre Preziose del 1900 o ancora gli studi sull’Epopea Slava) provenienti dal Mucha Museum di Praga, e allarga la visione all’importanza e alla centralità della bellezza nella storia dell’arte.

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In mostra, infatti, anche straordinarie opere archeologiche e rinascimentali, passando a capolavori dell’Ottocento con l’eleganza de La contessa De Rasty (1879) di Boldini per giungere finalmente al Novecento con la sontuosa Semiramide (A Babilonia) del 1905 di Saccaggi.

Ad arricchire il percorso anche arredi, oggetti Art Nouveau e tantissimo altro: un dialogo inedito che illumina Mucha da prospettive nuove, rivelando la continuità dell’ideale di bellezza femminile nel tempo.

Ospite d’onore della mostra è la Venere di Botticelli (1485-1490), prestata in via del tutto eccezionale dai Musei Reali – Galleria Sabauda di Torino, perfetta sintesi del concetto di bellezza e seduzione.

La Venere, icona e testimonial mondiale del fascino senza tempo, stabilisce un ponte ideale tra l’arte rinascimentale e l’Art Nouveau. Il capolavoro quattrocentesco, recentemente oggetto di approfondite indagini diagnostiche, dialoga sorprendentemente con le figure femminili di Mucha, rivelando come l’ideale di bellezza attraversi i secoli con continuità straordinaria.

A Palazzo Bonaparte, Mucha viene raccontato attraverso i suoi celebri manifesti teatrali, pannelli decorativi, calendari e illustrazioni, testimoni di un’epoca in cui l’arte si fondeva con la vita quotidiana e ne impreziosiva ogni gesto.

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Ma, su tutto, Mucha è colui che ha saputo reinventare l’immagine femminile nell’arte, trasformandola in icona di grazia e forza, protagonista indiscussa di un linguaggio decorativo – tra fiori, linee morbide e atmosfere oniriche – che ancora oggi ispira moda, grafica e design contemporaneo, fino ad influenzare il mondo dei più moderni tatuaggi dove i suoi soggetti sono diventati uno dei temi più ricorrenti e richiesti al mondo.

Mucha è stato molto più di un artista. È stato un innovatore, un comunicatore visivo capace di dare una forma seducente e riconoscibile all’immaginario della Belle Époque. I suoi celebri manifesti pubblicitari – come quelli dedicati a Sarah Bernhardt o ai profumi e ai liquori parigini – non solo resero popolare l’arte grafica, ma trasformarono il linguaggio visivo del suo tempo, anticipando i principi del design moderno.

La donna di Mucha, con le sue linee flessuose, i capelli fluenti, le vesti leggere e gli elementi naturali che la circondano, è diventata l’icona universale della femminilità Art Nouveau, movimento che ha rivoluzionato le arti applicate e la visione estetica tra fine Ottocento e inizio Novecento.

La mostra “Alphonse Mucha. Un trionfo di Bellezza e seduzione” non si limita a raccontare l’evoluzione dello stile di Mucha: invita il visitatore a entrare nel suo mondo, restituendo l’atmosfera vibrante della sua epoca.

L’allestimento sarà un’esperienza avvolgente, in cui ambienti, luci, profumi, musiche e cromie condurranno il pubblico in un vero e proprio passaggio temporale, riportandolo indietro nel tempo.

Accanto alle opere dell’artista, il pubblico potrà ammirare arredi, preziosi e oggetti di design, fotografie e materiali d’epoca, in un viaggio immersivo tra eleganza, natura e simbolismo, dove ogni dettaglio – visivo, sonoro, tattile – contribuirà a evocare l’incanto di un’epoca che ha reso l’arte parte integrante della vita.

«Nel celebrare il 25º anniversario di Arthemisia, sentivamo il dovere e insieme il desiderio – dichiara Iole Siena, Presidente di Arthemisia di rendere omaggio a ciò che da sempre è il cuore pulsante della storia dell’arte: le donne e la bellezza femminile. Una bellezza che non è mai soltanto ornamento, ma che racchiude forza, grazia, mistero, seduzione, e che i secoli hanno saputo raccontare con linguaggi diversi e sempre attuali. Abbiamo scelto di farlo in un luogo che è ormai diventato un simbolo, un tempio consacrato alle grandi mostre d’arte: Palazzo Bonaparte, che ancora una volta si apre per accogliere un’esposizione inedita, intensa, emozionante. Questa mostra è un grande omaggio ad Alphonse Mucha, ma non solo: è un viaggio nell’universo della bellezza, dove il femminile si intreccia con linguaggi diversi, dall’arte antica al Rinascimento, dall’Art Nouveau fino alle arti decorative. L’incontro straordinario con la Venere di Botticelli, prestata eccezionalmente dai Musei Reali di Torino, suggella questo dialogo, ponendosi come emblema assoluto di seduzione classica a confronto con le donne eteree e visionarie di Mucha. E, guardando al futuro, ci avviamo verso il 2026 che vedrà Palazzo Bonaparte teatro di due mostre straordinarie: in primavera - in occasione dei 160 anni delle relazioni diplomatiche tra Italia e Giappone - la più completa mostra mai dedicata in Italia ad Hokusai, il più grande pittore e incisore giapponese e, in autunno, una eccezionale esposizione su Kandinskij, padre fondatore dell'astrattismo.».

 Afferma la Prof.ssa Alessandra Taccone, Presidente della Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale, main partner della mostra: «Questo inizio d’autunno vede rinnovarsi la partnership di successo tra la Fondazione Terzo Pilastro e Arthemisia – dopo le grandi mostre di Botero, Munch ed Erwitt – nel segno di Alphonse Mucha, protagonista di spicco dell’Art Nouveau e cantore raffinato della bellezza e dell’eleganza femminili. Artista poliedrico, il quale si è cimentato, oltre che con la litografia e la pittura, anche con la fotografia, la scenografia, il design e la pubblicità, Mucha ha influenzato sensibilmente i linguaggi espressivi dell’Europa di inizio Novecento, interpretando con il suo stile iconico lo slancio progressista di un’epoca di grande rinnovamento sociale, economico e tecnologico. Le sue donne, conosciute in tutto il mondo, sono ammalianti, determinate, moderne nelle espressioni, nelle pose e nella gestualità: in una parola, sono protagoniste e non comprimarie. Ma ciò che a mio parere rende grande Mucha, oltre al fatto di aver portato l’arte nelle strade trasformando in capolavori i manifesti promozionali di spettacoli o prodotti di consumo, è l’alto valore etico che egli assegnava alla creazione artistica: portatrice di un messaggio universale, accessibile a tutti e di immediato impatto, soprattutto capace di veicolare contenuti di spessore concettuale – come quelli legati al suo patriottismo – grazie ad un registro leggiadro e seducente, filtrato dai canoni dell’estetica, dell’edonismo, del decorativismo.».

Palazzo Bonaparte, nel cuore di Roma, si conferma ancora una volta come uno dei luoghi simbolo dell’arte internazionale.

Dopo mostre di straordinario successo come quelle dedicate a Monet, Escher, Van Gogh, e Munch, che hanno realizzato numeri record di visitatori, ospita ora un evento imperdibile che celebra la grazia e la forza di un artista capace di parlare ancora oggi al nostro tempo.

Con il patrocinio del Ministero della Cultura, della Regione Lazio, del Comune di Roma – Assessorato alla Cultura, dell’Ambasciata della Repubblica Ceca e del Centro Ceco presso Ambasciata della Repubblica Ceca, la mostra è prodotta e organizzata da Arthemisia, in collaborazione con la Mucha Foundation e i Musei Reali di Torino. La curatela è di Elizabeth Brooke e Annamaria Bava, con la direzione scientifica di Francesca Villanti.

La mostra è in partnership con Generali Valore Cultura.

Main partner della mostra la Fondazione Terzo Pilastro – Internazionale e con Poema.

La mostra vede come special partner Ricola, radio partner Dimensione Suono Soft, media partner la Repubblica, hospitality partner Hotel de Russie e Hotel de la Ville, mobility partner Atac e Frecciarossa Treno Ufficiale, sponsor tecnico Ferrari Trento e con il supporto tecnico del Mucha Museum e di Prague City Tourism.

Il catalogo è edito da Moebius.

(Fonte foto: Ufficio Stampa)