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“IL GIOVANE PERTINI. COMBATTENTE PER LA LIBERTA’ “

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Il 25 settembre, nella ricorrenza dei 123 anni dalla nascita di Sandro Pertini, presso la Sala Capitolare della Biblioteca del Senato a Roma, si è tenuta la cerimonia per la presentazione dell’anteprima nazionale  del film “Il giovane Pertini. Combattente per la libertà”, tratto dal libro di Stefano Caretti e Maurizio Degl’Innocenti, diretto ds Giambattista Assanti e prodotto dalla Genoma Films

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Sono intervenuti: Giambattista Assanti, sceneggiatore e regista; il prof. Stefano Caretti (co-sceneggiatore del film) del Centro Studi e Documentazione “Sandro Pertini”; il prof. Maurizio Degl’Innocenti per la Fondazione “Filippo Turati”; il prof. Valdo Spini, già vice segretario del PSI, parlamentare e Ministro della Repubblica. Il prof. Gennaro Colangelo, esperto di Cinema e Spettacolo, che ha coordinato il dibattito.

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In sala, lo straordinario protagonista Gabriele Greco, e numerosi componenti della troupe e del cast, fra i quali il bravissimo Salvatore Misticone, anche conosciuto come “Scapece”. Assente, perché all’estero, la protagonista femminile Dominique Sanda, stupenda madre di Pertini.

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Il film ripercorre gli anni della prigionia di Sandro Pertini, dal 1929 al 1943, proponendo flash back della sua vita in famiglia, del suo rapporto con la fidanzata Matilde, e mostrando gli incontri di sua madre con tanti personaggi (quali Adriano Olivetti, interpretato da Cesare Bocci). Verso la fine si vede anche l’incontro con Carla Voltolina, che diventerà sua moglie.

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Fin qui la cronaca. E il nostro personale commento è il seguente:

Il film è un inno all'amor di patria, un pezzo di storia raccontato impeccabilmente dagli autori, diretto magistralmente dal regista Giambattista Assanti, con attori straordinari.

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A partire dal protagonista Gabriele Greco nel ruolo del giovane Pertini, a Dominique Sanda che interpreta sua madre, a Ivana Monti in un bellissimo cameo, passando per tutta una serie di splendide figure, da Gramsci a Saragat a Olivetti (impersonato da Cesare Bocci) e così via, con una colonna sonora notevole, una fotografia eccellente. Da anni non vedevo un film come questo. (E. F.)

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Note di regia

13poster il giovane pertiniIl carteggio da cui è stata tratta la storia del film, inizia nel 1929 e si conclude nel 1943. Le lettere che Sandro Pertini scriveva, già in esilio in Francia, raccontano il suo entusiasmo di fervido socialista. Attraverso i suoi scritti e le sue testimonianze, partecipiamo alla sua avventura di fuggiasco, detenuto e poi confinato politico. I suoi scritti, peraltro molto sofferti, con la madre Maria Muzio, raccontano di alcune amicizie vissute con alcuni dei suoi compagni socialisti (Claudio Treves, Filippo Turati, Adriano Olivetti, Ferruccio Parri) e di un grande amore, per la sua fidanzata Matilde, sacrificato ai quattordici, lunghi anni di prigionia e confino. Il film ha inizio durante i primi giorni di insediamento come Capo dello Stato, nel Luglio del '78, quando un vento impertinente spalanca la finestra e scompiglia le pagine di un vecchio diario la cui storia comincia in un giorno del 1929, giorno in cui il giovane Sandro viene portato al carcere di Santo Stefano. Attraverso la voice of del nostro protagonista, il film racconta gli episodi più importanti e suggestivi degli anni di prigionia che vanno dal '29 al '43.
Il cinema ha il compito di romanzare vicende reali nel pieno rispetto però della loro credibilità storica. Sono nati così, accanto ai personaggi veri come la madre Maria Muzio, la fidanzata Matilde, Antonio Gramsci, altri personaggi, realmente esistiti, ma con dinamiche diverse di narrazione, come l'agente di custodia Antonio Cuttano, spietato e sanguinario carceriere, autore di violenti pestaggi nel carcere di Pianosa. Al confino si aggiungono altre figure importanti che condividono il destino di Sandro: Beniamino, un cantante napoletano, Otello un ex- carabiniere socialista e Michele, un bambino incontrato a Ventotene, con il quale costruisce un aquilone che si alza nel cielo in una mattina d'estate, il 25 luglio del '43, giorno in cui cade il fascismo.
Infine, in una delle sequenze finali, Sandro saluta e abbraccia Giuseppe Saragat con il quale ha condiviso l'esperienza del carcere e la rocambolesca evasione.
Giambattista Assanti

(Servizio fotografico di Roberta Gulotta & Elettra Ferraù - Copyright)