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Il PASTICCIACCIO: a teatro con GIUSEPPE PESTILLO

20gruppociroclaudio

di Claudio Manari

In attesa di documentare lo spettacolo con un ampio servizio, l’Annuario del Cinema  Italiano ed Audiovisivi, sempre in anticipo e sempre attento agli eventi di spicco della Capitale e non solo, vi invita a correre a teatro dal 27 al 30 settembre, presso Spazio 18b, per assistere alla rappresentazione de Il pasticciaccio con Giuseppe Pestillo e con drammaturgia e regia di Jacopo Bezzi.15GiuseppePestillodx

Di cosa si tratta?

Non è affatto semplice pensare al più noto, forse, romanzo di Carlo Emilio Gadda e non  incorrere in uno spaesamento inevitabile, data la vastità del materiale in esso contenuto;  stesso sconforto che prese Pietro Germi alla vigilia di cimentarsi con l’adattamento  cinematografico del suo “Quel maledetto imbroglio” inviso allo stesso Gadda che  si sentì  chiedere dal regista, giunto a metà lettura del romanzo “Si...va bene, ma come va a finire?”.  Al Teatro Spazio 18b approda  una particolare, audace e avvincente versione di “Quer Pasticciaccio brutto de via Merulana”, sintetizzato anche nel titolo in “Il Pasticciaccio” che ha visto in scena un solo  attore, Giuseppe Pestillo, nelle vesti dei tanti personaggi dell’opera,  a cui dà vita partendo proprio dalla lettura  dell’incipit del romanzo. 8locandpasticciaccioLungo il lavoro di adattamento, lasciato spesso lì a riposare, è stato ripreso proprio quest’anno andando a ripescare  tra memoria e suggestione, i personaggi chiave, quelli più particolari e grotteschi, del più noto “fattaccio” della Roma bene sul finire degli anni ‘20. Ne è nata una narrazione performata da un unico attore, un atto unico intenso e inaspettato, un continuo  trasformismo  ad opera di Giuseppe Pestillo, un ritorno alla lettura  ascoltata e partecipata dal pubblico che viene coinvolto e travolto dalle  circostanze misteriose  che  aleggiano intorno alle vicende del “palazzaccio”  di via Merulana 219  (“er palazzo  dell’oro”, o “de li pescicani”,  nella fantasia popolare).  Un alternarsi di figure maschili e femminili, un’abbondanza di dialetti e parlate varie,  scandiscono il tempo della ricostruzione del giallo; pochi elementi nei costumi, una sciarpa,  un paio di occhiali, ed ecco subito venir fuori la vedova Menegazzi e Don Lorenzo Corpi,  la domestica Assuntina con la parlata di Marino, e la Zamira Pàcori  e il suo “zozzo  gozzoviglio de pantalonare e de mignotte”, il tutto mantenendo, per quanto possibile, le sole  parole di Gadda, quelle descrizioni difficili e appassionanti, quei costrutti a metà tra  italiano e una lingua da lui inventata, che tanto però  colorano la fantasia del lettore. Ardua la scelta del cosa dire e cosa omettere, in un romanzo dove ogni elemento sembra indispensabile. Qui lo spettatore ha però premiato lo sforzo  tra sintesi e regia, seguendo, correndo, fermandosi a ragionare con l’attore, che tra libro  e recitazione ci porta all’inevitabile  finale, incompiuto del romanzo.  Ma Gadda ci ha consegnato una soluzione all’opera,  perché nel 1947/48 trasse una sceneggiatura dal romanzo, in cui svela l’assassino, mentre  nel riquadro luminoso di una  porta, si staglia la figura del commissario Ingravallo.9GiuseppePestillo

L’intreccio del “giallo” ruota attorno a due delitti avvenuti a distanza di pochi giorni  (14 e 17 marzo 1927) nello stesso stabile romano di via Merulana 219. L’aggressione all’aristocratica veneta Menegazzi da parte di un robusto giovane che le ruba una quantità  di gioielli, e l’omicidio della ancor più ricca Liliana Balducci. Delle indagini è incaricato il commissario di  origine molisana Francesco Ingravallo (tutti ormai lo  chiamavano Don Ciccio), che dei coniugi Balducci era conoscente: meno di un mese prima aveva pranzato  a casa loro, trovando modo di ammirare calorosamente la bellezza malinconica di Liliana, donna  tormentata dall’assenza di prole. Ingravallo è un  poliziotto sui generis: un po’ filosofo, un po’ psicologo; si ostina ad applicare alle sue  indagini letture scarsamente apprezzate dai superiori “(questioni un po’ da manicomio:  una terminologia da medici dei matti)”. La contemplazione del cadavere di Liliana,  prostrata a terra in una “posizione infame”, supina con la gonna rovesciata fino al  petto, dà adito a considerazioni amare e cerebrali sui misteri del sesso e della morte.

Giuseppe Pestillo, un attore multiforme e di grande talento, ha alle spalle un curriculum vastissimo tra cinema, teatro e televisione.

Ricordiamo ATLAS AND THE WORLD film di Marco Ricci e Michele Vantini, AMOREODIO di Cristian Scardigno, DUE VITE PER CASO film di Alessandro AronadioMENO MALE  CHE CI SEI film di Luis Prieto.             

Innumerevoli i lavori a teatro, e per la Televisione, non posso non citare FIGLI DEL  DESTINO di Francesco Miccichè e Marco Spagnoli, RAI. 2018, CARLO & MALIK regia di  Marco  Pontecorvo, RAI 1. 2014, UNA GRANDE FAMIGLIA 3 regia di Riccardo Donna,  RAI 1. 2014, UNA CASA NEL CUORE regia di Andrea Porporati,  RAI 1. 2013,  IL  RESTAURATORE 2  regia di Enrico Oldoini, RAI 1. 2013,   ROSSELLA 2  regia di Carmine Elia, RAI 1. 2010, HO SPOSATO UNO  SBIRRO 2 regia di Giorgio Capitani,RAI 1. 2009, DUE IMBROGLIONI E  MEZZO 2  regia di Franco Amurri,  Canale 5. 2008, RACCONTAMI 2 regia di Riccardo Donna, RAI 1. 2007, DECAMERON di Daniele Luttazzi,  regia di Franza Di Rosa, La7. 2007, CRIMINI  (caso:  CasatiStampa) regia di Francesco Raganato, La7. 

Agli spettacoli, che seguirò sera per sera, documenterò tutto questo, con interviste esclusive e fotografie sulle pagine dell’Annuario, la prossima settimana.

Alle rappresentazioni sarò accompagnato dal noto artista internazionale Ciro CELLURALE che ha in serbo una sorpresa che vi sveleremo a suo tempo.

Non mancate dunque a questo evento al quale parteciperanno noti personaggi del mondo dello spettacolo. 

Spazio 18B - 27-30 settembre 2018 - Via Rosa Raimondi Garibaldi, 18b (Garbatella) - Roma

La foto di apertura è un Amarcord del 2010: L’attore Giuseppe Pestillo (il secondo da destra) è con Claudio Manari (al centro) e Ciro Cellurale (primo a sinistra) alla conferenza di presentazione del libro su Elizabeth Taylor che Manari ha scritto sull’indimenticabile diva di Hollywood. Sullo sfondo alcune opere che il Maestro  Cellurale  ha dedicato a due grandi stelle del cinema: Marilyn Monroe e Audrey Hepburn. Nell’occasione si tenne anche una splendida mostra di quadri di Ciro  Cellurale.

(Fonte foto: Claudio Manari)