L’ATTORE COSIMO CINIERI TRA LA VITA E LA MORTE. MA INPS NON GLI PAGA IL DOVUTO!
Riceviamo da Cisal Sacs – Roma (
"Il maestro Cosimo Cinieri, classe 1938, compagno d’avventura di Carmelo Bene in spettacoli indimenticabili, quando in giovane età lasciava il sud, l’amata Taranto, per approdare nella capitale e fare l’attore, mai avrebbe pensato di essere abbandonato dallo Stato Italiano proprio in punto di morte, dopo aver impegnato un’intera vita per la crescita del Teatro Nazionale. Oggi, affetto da Alzheimer, è morente nella sua casa di Campagnano di Roma, assistito h24 solo dalla moglie, la regista Irma Immacolata Palazzo che non ha sufficienti risorse economiche per affrontare la malattia né il quotidiano. Inps Roma Flaminio avrebbe dovuto sopperire almeno in parte alle grandi difficoltà della famiglia Cinieri & Palazzo semplicemente facendo il suo dovere di Ente Previdenziale, liquidando cioè al maestro l’indennità di accompagno riconosciutagli dal Tribunale di Tivoli-Sezione Lavoro con Decreto di omologa del febbraio 2019. A nulla sono valse le suppliche e gli interventi rivolti da più parti, nelle sedi più opportune, anche politiche, per fare ottenere all’artista l’assistenza economica dovuta. La direzione INPS è un muro di gomma! Sembra di vivere nell’inciviltà più profonda, dove qualcuno si permette anche di rassicurare la signora Irma dicendo: “Tranquilla, tanto quei soldi non li perderà, magari arriveranno dopo la morte di suo marito ma non li perderà “. Soldi che, invece, servirebbero subito per curare Cosimo adeguatamente, consentendogli una fine dignitosa. Della questione si sta occupando il neonato Sindacato Arte Cultura Spettacolo della Cisal, il cui segretario nazionale, il dr. Pascal Pezzuto, sente “puzza di bruciato” ed è convinto che la questione si possa risolvere rapidamente solo aprendo un’indagine ed individuando eventuali illeciti penali nella condotta dei funzionari Inps. In tale direzione sta operando Cisal Sacs, nella speranza che qualcuno comprenda la gravità della situazione ed eviti scandali di cui vergognarsi".