LA DOLCE ANITA: RICORDO DI CLAUDIO MANARI
Cara Anita, dea svedese, poi americana, poi internazionale ed infine italiana.
Ci hai lasciati dopo anni di sofferenze e di delusioni in questo nostro paese che avevi eletto a residenza e del quale ti eri innamorata.
Sola, con il conforto di pochi ma sinceri amici come Marisa Solinas che ti voleva bene e alla quale hai voluto bene, nella pace dei Colli Romani, a pochi passi dalla tua abitazione, che recentemente aveva sofferto furti ed un incendio, hai salutato questo mondo.
Indomita e di carattere, hai unito alla bellezza indiscutibile, un talento naturale e di gran classe, hai partecipato ad innumerevoli pellicole ed ingiustamente sei stata sempre ricordata solo per una…
Inutile ricordare le tue interpretazioni, in fondo sono soltanto dei fotogrammi di parte della tua esistenza che ci lasci per osservarti quando vogliamo sulla pellicola.
Mi piace invece ricordarti come una donna che in punta di piedi ha saputo lasciare una traccia mitica che ti ha trasformata in una icona immortale senza che tu lo volessi.
Era destino che dal freddo della Svezia approdassi, per rimanervi, nella calda terra mediterranea che è l’Italia.
Un’opera d’arte che resta scolpita nell’immaginario collettivo come può esserlo il volto della Gioconda o il Colosseo, sei e sarai sempre il simbolo di una Italia immaginata che è diventata una realtà di un decennio ed è sopravvissuta nonostante lo scorrere del tempo.
A te dedico questo dipinto del maestro Ciro Cellurale, che attendevi a casa, ma che non hai più potuto portare dopo l’incendio che l’ha devastata e che è stato affidato alla tua amica Marisa Solinas.
Un dipinto pieno di colori, di quei colori che sono propri della tua anima, bella, sfaccettata e brillante.
Un abbraccio e tanta sincera ammirazione.
Claudio Manari