MARCO KORBEN DEL BENE CI PARLA DI “REVERSE”
E’ uscito il 13 Aprile 2021 l’album “Reverse” di Marco Korben Del Bene, il primo dall’uscita di “Resilienza2020” dello scorso anno. “Reverse” è la colonna sonora del film thriller firmato Mauro John Capece e prodotto da Giuseppe Lepore.
L’artista, Marco Del Bene, risponde alle nostre domande.
“Reverse” è la colonna sonora di un film che richiama al gusto classico, ma è ricco di colpi di scena e innovazione. La colonna sonora rispecchia questa descrizione? Cosa c’è di innovativo?
Reverse è una basato su una trama tipica del thriller psicologico. La musica è un intreccio di ritmi con delle latenti melodie elettroniche con un occhio agli 70 e una consapevolezza molto moderna. Una stesura importante che accompagna l’intero film, 88 minuti di musica, e che ho deciso di mettere a disposizione del pubblico in un album di 43 minuti. Più che innovativo credo di essere riuscito a proporre un impianto estremamente solido e coerente con il lungometraggio. Un disco da ascoltare, una colonna sonora in grado accompagnare il film dando supporto e dinamica. Ho fatto un lungo lavoro di ricerca e le scelte sonore non sono banali. In questo processo ci sono delle incursioni acustiche e sinfoniche che spero possano divertire. Di innovativo c’è che la colonna è realizzata con una grande libertà espressiva concessami dal regista e dalla fiducia e stima che si è instaurata.
In un mondo dove tutto è fortemente riproposto attraverso schemi e reference questa colonna sonora si propone, credo per qualcosa di diverso privo di cliché.
“Reverse” è un passo in avanti nella tua carriera musicale. Cosa hai imparato di nuovo da questa esperienza?
Provengo dal mondo del songwrtiting, del teatro e del web. Negli ultimi anni quattro anni ho fatto una full immersion nell’audiovisivo raccogliendo attenzione e spazi, sono stato fortunato a trovare i giusti ascolto e credi di essere stato anche bravo soprattutto perché ho cercato sempre di essere onesto con me stesso e con chi mi ascoltava proponendo cose in cui credevo fortemente. Ho sicuramente fatto tesoro di esperienze con registi, broadcaster e produzioni affinando il metodo di produzione, liberandomi da ogni possibile paura. Il mio primo obiettivo è servire il film ed il regista consigliandolo e creando un rapporto di fiducia, un dialogo. In questo film ho avuto la conferma di quanto sia importante la capacità relazionare in questo lavoro così artigianale. Capire da una frase, una pausa del regista il senso della scena. Adoro il cinema e credo che i progetti indipendenti siano quello dove ti è concesso più spazio in assoluto. MJ Capece il regista è un abilissimo narratore capace di trasferire al pubblico emozioni anche con un semplice cellulare. Dalle nostre brevi conversazioni e chat sono venuti fuori gli sketch di piano da cui sono partire le atmosfere realizzate poi con un massivo uso di synth analogici e mockup orchestrali.
Un’esperienza molto particolare, dovuta dai molti lockdown. E’ più difficile produrre musica isolati? O lo hai percepito come un punto di forza?
Amo la compagnia ma la composizione è un’altra cosa. Il lockdown è stata una occasione in più per studiare, approfondire e trovare nuove linee. Reverse ha un suono diverso dal mio album Resilienza2020 ed è sicuramente diverso da un altro progetto che sto realizzando, un drama famigliare. In tutti i progetti c’è una finestra sul mio spazio interiore.
Non siamo mai ugiuali a noi stessi ma puoi riconoscere sempre il core. Non è stato un problema di certo trovare ispirazione e fotografare musicalmente il disagio. Reverse è stato forse anche un modo per trasformare questa energia negativa in qualcosa di creativo, un disco scuro, un quadro nero degno del covid. Ma nelle musica puoi trovare tanta energia creativa e romanticismo, allo stesso tempo.
Qual è la traccia più rappresentativa dell’album?
Diciamo che nell’album puoi trovare un po' di tutto quello che sono oggi, dalla composizione al sound design. La parte iniziale e finale del film sono delle sequenze particolarmente energiche. Dell’audio mi piace curare l’intero approccio sonoro perché credo che anche un semplice drone se realizzato dal compositore sia diverso dalla classica library. Li senti sempre i film realizzati con production music, in Reverse non ci sono interventi di questo tipo.
Nella parte centrale abbiamo molti interventi di sound design e un percorso intimo che accompagna lo sviluppo della storia portando il tutto ad un apice con The Cave. Altre tracce interessanti The Palace, Reverse Man, Via Crucis. Ma è un disco da mettere e ascoltare magari mentre si cucina ma non con un coltello in mano!
Come ti sei trovato nella collaborazione con la regia?
MJ Capece è una persona umanamente e artisticamente con cui ho legato subito. Sa quello che vuole ma accetta anche delle proposte consapevole del fatto che tu sei li come una risorsa non un Juke Box. Ed è questo quello che spero di trovare in una produzione, un regista capace ed aperto in grado anche di cogliere dei suggerimenti. La colonna sonora è un processo artigianale che deve essere inserito in un contesto di industry quello che cerco è una buona programmazione del lavoro ed un dialogo, Mauro ha sicuramente l’uno e l’altro.
(Foto credit press HF4)