Mostra d’Arte "GUERRA E PACE" alla FIJLKAM

Una nuova mostra d'arte sta per inaugurarsi presso il Polo Museale Matteo Pellicone - Fijlkam di Ostia Lido, sotto la direzione artistica dell'Arch. Livio Toschi e la neo presidenza del Dott. Giovanni Morsiani nuovo Presidente federale.
Il tema è indubbiamente di grande attualità, un tema che potrebbe generare perplessità e emozioni contrastanti, per questo l'arte non poteva chiamarsi fuori dalla storia e anche questa volta gli artisti sono stati chiamati a dare il loro contributo critico attraverso opere dalle tecniche più versatili.
La Mostra dal titolo “Guerra e Pace” si inaugurerà il 7 maggio 2025 presso il Polo museale degli Sport di Combattimento dalle ore 16,30 e sarà la ventitreesima collettiva d’arte allestita nel Museo.
65 gli artisti selezionati, che esporranno 120 opere, realizzate con diversi stili e tecniche espressive, fornendo interpretazioni molto personali del tema proposto.
Fra questi l'artista Roberta Gulotta che esporrà l'opera dal titolo “Si vis pacem non praeparet bellum” (Se vuoi la pace, non prepararti alla guerra) una variante della locuzione latina che originariamente diceva “Si vis pacem, para bellum” (in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra»), L'opera al primo sguardo nella sua interezza e costruzione potrebbe rimandare ad una sorta di simbolo dello Yin e dello Yang i due concetti fondamentali nella filosofia cinese, rappresentanti la dualità e la complementarietà di tutte le cose nell'universo, la contrapposizione del bene e del male in cui lo Yin rappresenta la passività, il buio, la femminilità, la notte e il freddo, mentre lo Yang rappresenta l'attività, la luce, la mascolinità, il giorno e il calore. Simboli interdipendenti che si trasformano reciprocamente, l'uno sono l'opposto dell'altro creando un equilibrio dinamico, perché la “Guerra e la Pace” rappresentano anche uno stato d'animo. L'artista ha realizzato l'opera divisa in due versanti, da sinistra viene rappresentata “La Guerra” con alcune sue caratteristiche che vanno dall'oscurità, alle armi, alla città avvolta dalle ombre, un ambiente cupo ed un diffuso dissesto, dove si evince il dominio inquietante della tecnologia al servizio bellico, in cui il tempo determina una fase di rilevante importanza. Verso destra una sorta di sintesi di quel che potrebbe essere un ambiente senza attriti ne conflitti, una realtà pacifica che si antepone alle tenebre con vibranti colori e quiete, dove la luce gioca un ruolo fondamentale in opposizione alle tenebre precedentemente raffigurate, avremo quindi una realtà del tutto opposta per “La Pace”.
La Storia avrebbe dovuto insegnare quale è il limite ed il senso della vita e della morte (confida l'artista) ma il più delle volte viene ignorata. L'energia creativa richiede indubbiamente molto più tempo a dispetto di quella distruttrice. Anche questa volta l'Arte si pone quale testimonianza dei nostri anni e oggigiorno nel mondo sono attivi circa 56 conflitti di diversa estensione e di diversa intensità che coinvolgono oltre 92 Paesi (più o meno direttamente). L'industria bellica si è resa più prolifica a dispetto di molte vite umane e viene da domandarsi se il profitto valga ben oltre il senso della vita. Senza contare l'impatto ambientale che i conflitti portano, una devastante distruzione degli ecosistemi, minacciando la diversità biologica del nostro pianeta e mettendo a rischio numerose specie animali e vegetali. Ai posteri l'ardua sentenza nella speranza che l'umanità si ravveda e riacquisisca il giusto senso della vita.
Il tema è indubbiamente di grande attualità, un tema che potrebbe generare perplessità e emozioni contrastanti, per questo l'arte non poteva chiamarsi fuori dalla storia e anche questa volta gli artisti sono stati chiamati a dare il loro contributo critico attraverso opere dalle tecniche più versatili.
La Mostra dal titolo “Guerra e Pace” si inaugurerà il 7 maggio 2025 presso il Polo museale degli Sport di Combattimento dalle ore 16,30 e sarà la ventitreesima collettiva d’arte allestita nel Museo.
65 gli artisti selezionati, che esporranno 120 opere, realizzate con diversi stili e tecniche espressive, fornendo interpretazioni molto personali del tema proposto.
Fra questi l'artista Roberta Gulotta che esporrà l'opera dal titolo “Si vis pacem non praeparet bellum” (Se vuoi la pace, non prepararti alla guerra) una variante della locuzione latina che originariamente diceva “Si vis pacem, para bellum” (in latino: «se vuoi la pace, prepara la guerra»), L'opera al primo sguardo nella sua interezza e costruzione potrebbe rimandare ad una sorta di simbolo dello Yin e dello Yang i due concetti fondamentali nella filosofia cinese, rappresentanti la dualità e la complementarietà di tutte le cose nell'universo, la contrapposizione del bene e del male in cui lo Yin rappresenta la passività, il buio, la femminilità, la notte e il freddo, mentre lo Yang rappresenta l'attività, la luce, la mascolinità, il giorno e il calore. Simboli interdipendenti che si trasformano reciprocamente, l'uno sono l'opposto dell'altro creando un equilibrio dinamico, perché la “Guerra e la Pace” rappresentano anche uno stato d'animo. L'artista ha realizzato l'opera divisa in due versanti, da sinistra viene rappresentata “La Guerra” con alcune sue caratteristiche che vanno dall'oscurità, alle armi, alla città avvolta dalle ombre, un ambiente cupo ed un diffuso dissesto, dove si evince il dominio inquietante della tecnologia al servizio bellico, in cui il tempo determina una fase di rilevante importanza. Verso destra una sorta di sintesi di quel che potrebbe essere un ambiente senza attriti ne conflitti, una realtà pacifica che si antepone alle tenebre con vibranti colori e quiete, dove la luce gioca un ruolo fondamentale in opposizione alle tenebre precedentemente raffigurate, avremo quindi una realtà del tutto opposta per “La Pace”.
La Storia avrebbe dovuto insegnare quale è il limite ed il senso della vita e della morte (confida l'artista) ma il più delle volte viene ignorata. L'energia creativa richiede indubbiamente molto più tempo a dispetto di quella distruttrice. Anche questa volta l'Arte si pone quale testimonianza dei nostri anni e oggigiorno nel mondo sono attivi circa 56 conflitti di diversa estensione e di diversa intensità che coinvolgono oltre 92 Paesi (più o meno direttamente). L'industria bellica si è resa più prolifica a dispetto di molte vite umane e viene da domandarsi se il profitto valga ben oltre il senso della vita. Senza contare l'impatto ambientale che i conflitti portano, una devastante distruzione degli ecosistemi, minacciando la diversità biologica del nostro pianeta e mettendo a rischio numerose specie animali e vegetali. Ai posteri l'ardua sentenza nella speranza che l'umanità si ravveda e riacquisisca il giusto senso della vita.