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PER LISA BERNARDINI UNA QUARANTENA IMPEGNATIVA E PROLUNGATA

Una quarantena impegnativa e prolungata, che mi ha messo finora a dura prova” – così esordisce Lisa Bernardini alla domanda dell’Annuario del Cinema Italiano & Audiovisivi su come stia trascorrendo questo forzato lockdown.

Giornalista, Pr e Presidente dell’Associazione culturale Occhio dell’Arte APS, raggiungiamo Lisa Bernardini presso la sua abitazione di Anzio, dove vive con marito e figlio.

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Io che non ero mai a casa per lavoro, mi sono ritrovata a passare 24 ore su 24 con la mia famiglia, condividendo per fortuna spazi non ristretti che hanno permesso a tutti noi, pur con gli inevitabili sbandamenti iniziali, di conservare momenti autonomi ed armonia. Al principio della quarantena, hanno prevalso nervosismo e qualche lite, ma se dopo quasi due mesi sono abbastanza serena e riesco ancora a sorridere, devo proprio ringraziare l’equilibrio che mio marito (il merito stavolta è suo, gli va riconosciuto) è riuscito a creare nelle nostre giornate familiari, stupendomi in positivo come raramente ha fatto nella sua vita” (Lisa sorride mentre ne sta parlando, n.d.r.).

Cosa ti manca di più della vita di prima?

Beh, mi mancano gli appuntamenti di lavoro, la mia parrucchiera, le uscite serali con gli amici, parlare al telefono con i clienti, le riunioni con i colleghi, le progettualità da realizzare sia come giornalista che come Presidente dell’Occhio dell’Arte, gli eventi a cui partecipavo in entrambe le vesti. Insomma, da un giorno all’altro il mondo è cambiato ed è inutile girarci intorno: almeno io non ero preparata, ammesso e non concesso che si possa mai essere davvero preparati ad un cambio di marcia così drammatico, radicale e improvviso.

Mi mancano gli abbracci con le persone e l’affettività come la vivevo: stringere e baciare. Mia mamma sta in Toscana, vive sola e meno male che esistono le videochiamate: per me, la sua è una delle assenze tattili che più mi pesa, ad esempio. Sto apprezzando la tecnologia come mai prima: zoom, skype, whatsapp, i social….se non fossero esistiti, penso che saremmo tutti impazziti in epoca di distanziamento sociale.

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Hai consigli da dare agli amici del cinema, del giornalismo, della tv, dell’arte?

Diciamo che volentieri condivido la mia esperienza; ho approfittato di questo periodo per mettere ordine nella mia vita: dal punto di vista pratico perché ho riordinato scaffali, cassetti e spazi nascosti e dimenticati dentro casa, gettando molte cose e selezionando davvero quelle da conservare; dal punto di vista emotivo, invece, perché ho soppesato persone, situazioni e dettagli che pensavo magari di conoscere ma non era così.

In un frangente di disastro emotivo che potenzialmente questa quarantena rappresentava sin dall’inizio, ho avuto modo di pensare a chi mi è stato vicino ma anche a chi non si è fatto trovare; agli amici che hanno continuato con me ad avere un rapporto profondo, a quelli che non pensavo di trovare ma che invece ci sono stati, a coloro che non ci sono stati affatto, e ho avuto la possibilità di domandarmi perché. Ogni momento difficile della vita è di fatto una occasione per fare bilanci personali, che non fanno mai male, anzi: il prossimo luglio compirò 50 anni, e forse è il caso di rivedere tante cose che finora non ho voluto approfondire o che ho dato per scontate, sbagliando. Solo gli stolti non si mettono in discussione, non chiedono scusa se si accorgono di sbagliare o non cambiano idea se affiorano nuove consapevolezze.

Mi sono riappropriata della mia reflex, in questo ultimo periodo, e la Fotografia ho intenzione di non abbandonarla più anche quando potremo tornare a circolare; ho rispolverato questa passione che in alcuni periodi della mia vita è stata molto più che un hobby, e molto più che una fedele compagna di viaggio. Ho molti progetti in mente da realizzare: vedremo.

Per quanto riguarda il mio lavoro, sono molte le inevitabili preoccupazioni che sono affiorate alla mente in questo periodo: io mi muovo nel settore della cultura e degli eventi, per cui sarà dura riprendere il ritmo che avevo prima del fermo. Al momento, sto personalmente continuando - per come è possibile fare - la mia attività di ufficio stampa per enti e situazioni consolidate che seguo da tempo (alcune da anni) e mi sto organizzando per continuare progetti culturali vecchi e nuovi che si realizzeranno certamente, seppur con tempi e modalità che ancora devono essere inquadrati bene, anche se temo che si tratti di uno slittamento di svariati mesi.

Ciò che mi auguro è che il mondo del lavoro non si lasci travolgere dalle difficoltà (economiche in primis) che il COVID19 ci ha sbattuto in faccia sin da subito, anche se è più facile sperarlo che capire come fronteggiare al meglio tutti i disagi che stiamo vivendo e che dovremo continuare ad affrontare.

A metà marzo ho dichiarato all’Adnkronos quanto segue, e continuo a pensarla così: questa emergenza sanitaria va del resto ad affossare situazioni che già prima erano in crisi; i giornalisti da tempo immemore operano in un campo, quello editoriale, che sta attraversando una forte trasformazione; alla cultura del nostro Paese sono anni che non è riconosciuto unanimemente il potenziale merito che invece ha nel far circolare il denaro, nel contribuire positivamente al mondo del lavoro e, soprattutto, nel migliorare la nostra società. Voglio però essere positiva e confidare nelle immense risorse che gli italiani hanno sempre avuto per uscire forti dai periodi bui: prime fra tutte la creatività, la caparbietà, l'ingegno nel re-inventarsi ed un oggettivo talento in molti campi.