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PIERFRANCESCO CAMPANELLA: LA QUARANTENA È ALLE SPALLE, MA ANCHE NO

 

Abbiamo chiesto a Pierfrancesco Campanella regista e giornalista una sua opinione sul momento che stiamo vivendo e che evolve troppo lentamente, e gli abbiamo chiesto anche dei suoi progettisospesi e da riprendere. Ecco le sue risposte.

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“In teoria da un po’ di giorni c’è una maggiore libertà per potersi muovere, naturalmente con prudenza e precauzioni.  Ma siamo sicuri che sia proprio così? Personalmente avverto ancora un senso di disagio, quasi di diffidenza. Una vera e propria ferita lacero-contusa. Continuo ad essere traumatizzato dagli eventi degli ultimi mesi e, almeno per ora, non riesco a reagire del tutto. Sto rintronato come un pugile suonato che ha preso tante mazzate. Credo mi ci voglia ancora un po’ prima di tornare alla normalità. Ammesso che “normalità” sia ancora una parola con una qualche accezione positiva. A parte la pandemia, qui ormai siamo assuefatti alla crisi sociale, alla mancanza di posti di lavoro, ai soldi che non girano, alla corruzione, alla carenza di valori umani, eccetera eccetera. Il futuro è un tunnel nerissimo per tutti. 

“Il Coronavirus è stata solo la classica ciliegina sulla torta. Bisognerebbe davvero, con lo sforzo di tutti, ripartire da zero. Ma i nostri governanti lo vogliono davvero? È proprio questo il punto cruciale. Mi fermo perché il discorso mi porterebbe troppo lontano e potrebbe riservare dei risvolti inquietanti. 

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“Per quanto riguarda il mio lavoro, prima che scoppiasse la quarantena, stavo lavorando a un paio di progetti cinematografici. Uno dei quali è un docufilm lungometraggio provvisoriamente intitolato “C’era una volta… Cinecittà”. Spero di riprenderlo in mano quanto prima, anche perché è il più “fattibile” in questo particolare momento. Il problema è che non si sa ancora con esattezza quando si potrà tornare a girare. Ma soprattutto leggo molte notizie confuse e contraddittorie sui protocolli da tenere sui set: una serie di regole e regolette che, se applicate alla lettera, risultano piuttosto onerose e fastidiose. Oltre che estremamente farraginose, al punto da scoraggiare qualunque iniziativa. Spero che si creino quanto prima i presupposti per poter riprendere davvero l’attività di produzione con delle regole “umane”. Io ci sarò! “

(Foto Laura Camia)