ROBERTA BARBIERO, L’ATTRICE CHE ADORA BETTE DAVIS
Il curriculum dell’attrice Roberta Barbiero è di assoluta eccellenza: una laurea specialistica in filologia e letteratura italiana; una laurea triennale in lettere; un diploma in doppiaggio e recitazione; inoltre ha seguito numerosi corsi di formazione, seminari, stages, laboratori di recitazione e metodo, workshops. Fra l’altro ha partecipato alla semifinale dell' "Actors and Poetry Festival", e poi ad un Seminario a S. Babila su "Le Nuvole" di Aristofane", ed ancora, a Venezia, ad un seminario sulla recitazione cinematografica con Andrea Prandstraller e Nicoletta Maragno. Cinema e teatro sono il suo pane quotidiano.
Siamo in ripartenza: la quarantena è stata dura? Che cosa ti è mancato di più?
Per una persona attiva e dinamica come me, abituata a prendere treni, a camminare molto, a spostarsi, a organizzarsi, non è sempre stato facile, anche se poi ho lasciato fluire il tempo e l’ho assecondato sperimentando, inventando, riflettendo, cercando di avere visioni e progetti, provando a studiare e sistemare la scacchiera per riprendere energie e intuizioni.
La libertà, in tutte le sue sfaccettature: mi è mancato prendere il caffè al bar, l’incontrarmi con le persone che amo, il chiacchierare per strada, l’andare al cinema, a teatro, il decidere di scoprire in un luogo piuttosto di un altro, il mio lavoro, le mie abitudini tout-court. Però ho guadagnato maggiore tempo per la riflessione, per le domande, per portarmi al passo con me stessa un po’ di più e per mettere a fuoco tessere fondamentali per la mia evoluzione. Chiudendo gli occhi sentivo e vedevo il primo bagno in mare che avrei fatto e ho fatto, anche se non era così scontato. Anche oggi, a dicembre ormai, ci sono blocchi e chiusure, ma non demordo nei progetti e negli obiettivi.
Quali progetti hai per la ripartenza?
Durante questi mesi ho continuato a intrecciare fila e trame, preziose per ristabilire dei contatti, per conoscere nuove realtà e persone, per soppesare conoscenze e collaborazioni, per riflettere sui miei obiettivi e volontà. Ho lasciato arrivare a me solo ciò che sentivo e di cui avevo bisogno, selezionando e scegliendo. Questo tempo mi ha portato una proposta come protagonista in un film da girare il prossimo anno da parte del regista Tobia Berti, a conoscere un fotografo – Luca Fazzi – che riesce a catturare l’essenza in un clic, un lavoro per una importante produzione de “Il Collegio”, un progetto video per il centenario dantesco, una conferma per un film che era rimasto in bilico e che, a questo punto, si girerà il prossimo anno con un regista esordiente Federico Bordin. Ho lavorato a settembre e ottobre in una produzione del Teatro La Fenice – Teatro Malibran (Venezia) che univa opera e prosa in un Dittico Salieri-Mozart per la regia di Italo Nunziata e la direzione di Federico Maria Sardelli e a luglio e agosto nella produzione “Il Collegio” in cui sono l’insegnate di storia e geografia, sostituendo per metà puntate Luca Raina.
C’è qualcosa che avevi lasciato in sospeso?
Quando è stato emanato il primo decreto di chiusura generale, stavo girando un film in Puglia a Presicce, che ovviamente verrà ripreso quanto prima, con la regia di Piermaria Cecchini, tratto da un romanzo di Marco Carrozzo (“Ma tu, mi vuoi bene..?”) e produzione Magic Effect Production (Graziella Terrei): sono prontissima ed entusiasta per la ripartenza, anche perché si era creata una bellissima sinergia tra tutti noi, troupe, cast e persone del luogo, e sarà bellissimo ed emozionante ritrovarsi!
Sono rimaste in sospeso anche le Prime di due film in cui ho lavorato lo scorso anno: “Stem Cell” con la regia di Giuseppe di Giorgio, che ha visto l’unica anteprima a febbraio, e “Il domani di Laura” con la regia di Costantino Maiani: anche qui sono in trepida attesa di poter finalmente vedere questi film arrivare al pubblico!
Consigli a colleghi e amici per la ripartenza?
Di dare il giusto valore alle cose, io per prima. E di dare il giusto valore al tempo, di vivere il tempo che abbiamo nella nostra vita. Si è scardinato, per ora, un sistema che pensavamo infallibile: il crederci invincibili e immortali. Il tempo, invece, ridimensiona i confini, rende più vivide le nostre giornate, i nostri obiettivi e i nostri sogni. E il non dare mai nulla per scontato, anche se spesso è complesso.
Chi è oggi Roberta Barbiero?
Fino a qualche tempo fa mi sentivo in imbarazzo, mi vergognavo quasi, nel definirmi un’attrice. Mi sembrava di sopravvalutarmi, di non essere credibile. Ma un cuoco si vergogna nel definirsi cuoco, o un medico, o un architetto, e così via?
Io ho studiato duramente per formarmi, per anni, e ho sempre preteso molto da me: dalla mia laurea, alla mia prima scuola di teatro A l’Avogaria a Venezia, al Teatro Stabile del Veneto, al doppiaggio a Roma e Milano, a master cinematografici e teatrali, ed altro ancora. Tuttora sono sempre in evoluzione e formazione. Oggi sono più sicura e anche, nei miei limiti, più tranquilla nel sentirmi e nell’essere un’attrice, che, come tutti i lavori, si affina facendo, praticando, sperimentando: l’azione dà sicurezza e ultimamente ho praticato sfaccettature diverse della recitazione che mi hanno dato, attraversandole a volte anche con insicurezza e inadeguatezza, molta più fiducia nelle mie capacità e possibilità.
Poi il temperamento è peculiare in ognuno e io sono sempre alla ricerca del superarmi, del progredire, del non sedermi. Ho letto qualche tempo fa uno scambio di battute tra Billy Wilder e Bette Devis (che adoro!) che mi ha fatto ridere e pensare perché sento appartenermi:
Billy Wilder: ”Rilassati e sii te stessa!”
Bette Davis:” Bill, deciditi: o l’uno o l’altra!”
(Foto di Azzurra Primavera)