"SONO RIMASTO SENZA PAROLE" di JOHN STROZZI
L’incomunicabilità è la maledizione di questo XXI° Secolo appena iniziato, e dire che costituiva, con le tecniche informatiche a dismisura, una promessa ineluttabile di essere il Secolo della Comunicazione per antonomasia, sino all’eccesso! Che sia ammutolito per eccesso di velocità di trasmissione, e quantità, di parole? Esserne rimasto senza, di parole, è un Segno? Una Rivelazione? O è un Incubo?
Invece può diventare un gioco, noi che siamo abituati a giocare con le parole, potremo mai far cadere l’occasione di fare a meno di esse e sfidare il silenzio scrivendo, no, chiedo scusa, creando un libro con quel titolo magico, illogico, impossibile e tuttavia realizzabile (ossimoro) dal titolo SONO RIMASTO SENZA PAROLE, la prima pagina, seguita da 200 pagine mute ma parlanti (ossimoro) con linguaggi universali… o meglio, lasciare che le 200 pagine vuote, bianche, allucinanti siano utilizzate da chi acquista il libro in libreria come meglio creda, hai visto mai, un diario?
Un libro così non sì è visto mai, ben rilegato, compatto, bel titolo sul frontespizio, scanditi capitoli ben equilibrati che ti vien voglia di riempirli con bella grafia a mano, guarda un po’! Penna d’oca e inchiostro di china, che se avessi ancora le parole avrei già riempito delle stronzate che scrivevo nel Novecento e delle quali sono rimasto senza per far crescere, dalla loro morte, la vita di una comunicazione senza parole, come nelle caverne gli uomini che inventarono i graffiti.
Riscoprire la scrittura, una pagina bianca! senza la quale credevo che non avrei potuto vivere, cercarla in me, sotto i miei vestiti, sotto la mia pelle; imparare con dolore la lezione di questo incubo, NON PRENDERE ALLA LETTERA LE METAFORE, CONCILIA IN SE STESSI GLI OSSIMORI e svegliati, in libreria c’è la fila di lettori che vogliono acquistare il tuo libro muto; gente che non legge mai, gente che non ha mai letto un romanzo ma che ò affascinata da questo libro muto, che non pretende di essere né letto né scritto, ma soppesato tra le mani, delicatamente, accarezzato, sfogliato rapidamente con i pollici le sue spesse pagine bianche. A imparare a leggere c’è sempre tempo. Ma a che serve imparare a scrivere, se non hai più parole?
SONO RIMASTO SENZA PAROLE di John Strozzi (nome d’arte di Giorgio Fabris)
L’OPERA DELL’INCOMUNICABILITA’ - ARMANDO CURCIO EDITORE - Pag. 201 - € 14.90